sabato 1 giugno 2019

Italia: l'unione di cibo e turismo

Il turismo enogastronomico è la ruota che muove i turisti nel nostro paese.



Credit: Rete7.it



Un turista su quattro in Italia, è mosso da interessi enogastronomici. Enit (ente nazionale italiano per il turismo) ritiene che sono due i fattori dell’offerta enogastronomica italiana che danno valore aggiunto al settore: da una parte il legame radicato con i territori e la valorizzazione delle produzioni locali nei piatti, dall’altra la capacità di estendere la stagionalità dei flussi turistici durante tutto l’arco dell'anno. L’Italia è il Paese dell’Unione europea con più riconoscimenti di prodotti alimentari Dop (Denominazione d’origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta). Con 293 riconoscimenti, l’Italia si posiziona prima della Francia (245) e della Spagna (190). Per promuovere l’economia locale si deve partire proprio dal turismo enogastronomico. L’Italia è da sempre sinonimo di buon cibo e cultura alimentare, con una gamma inconfondibile di gusti, sapori e profumi e un’incredibile varietà di piatti e di ricette diverse per comune, provincia e regione che non hanno eguali. La cucina italiana resta la più rinomata al mondo che gli stranieri apprezzano: questo non andrebbe mai dimenticato in un’ottica di sviluppo turistico. Il Parmigiano Reggiano, il prosciutto di Parma o il San Daniele, l’aceto balsamico di Modena, il pesto ligure, la mozzarella di bufala campana, il tartufo di Alba e i salumi locali sono solo alcuni delle migliaia di specialità che fanno del Bel Paese la terra del gusto e solo alcuni dei possibili infiniti itinerari del gusto realizzabili in Italia

Parlare solo di cibo non è del tutto corretto, sarebbe più giusto parlare di cultura gastronomica, perché l’esperienza del cibo passa attraverso la ricerca dei sapori antichi, la riscoperta dei prodotti genuini e dei cibi semplici della tradizione. È in questo senso che l’unione tra turismo e cibo si realizza: essi infatti diventano l’occasione per raccontare una storia, per indagare un territorio specifico, rendendo possibile assaporare lo spirito di un luogo anche del piatto che si mangia. Il cibo diventa una forma di turismo culturale, un turismo tematico e sostenibile, il turismo enogastronomico, che, se ben portato avanti e gestito nell’ottica giusta può diventare una vera risorsa per l’economia del territorio. Quella del turismo enogastronomico continua a essere una voce vincente nell’economia mondiale e a maggior ragione per l’Italia, uno straordinario traino e fonte di promozione per una vacanza made in ItalyIl cibo è parte integrante del patrimonio culturale italiano e dell’immagine del nostro Paese nel mondo. Oltre un miliardo e duecento milioni di viaggiatori internazionali: è questa la cifra astronomica di un mondo in movimento, che cresce oltre ogni crisi. Prima ancora che economico, si tratta di un enorme fenomeno umano e sociale che sta assumendo tendenze nuovissime, come emerge proprio da tutte le più̀ recenti analisi: a muovere i viaggiatori sono sempre di più̀ la ricerca di esperienze coinvolgenti, la curiosità̀ ed il desiderio di conoscenza per la cultura e la tradizione, l’attenzione all’autenticità̀, alla sostenibilità̀ e al benessere.

Questo scenario sta comportando anche nel nostro Paese un rinnovamento profondo dei modelli di offerta turistica, in direzione della sostenibilità̀ e dell’intelligente adattamento alle nuove tendenze della domanda e della qualità̀ dell’accoglienza.
Una strategia che cerca di valorizzare proprio l’offerta turistica in grado di rispondere con più̀ efficacia al mondo del turismo che cambia. Tra questi, il patrimonio enogastronomico del Paese assume un valore centrale. Il cibo italiano è, infatti, un elemento imprescindibile della “esperienza Italia”. Lo è per la sua capacità di rappresentare il Paese e la sua cultura, per la sua riconoscibilità̀ e attrattività̀ internazionale, per la capacità di generare condivisione e racconto. L’Italia, da questo punto di vista, parte certamente da una posizione di vantaggio, proponendosi ai mercati internazionali con un’offerta pressoché́ unica, in grado di legare cibo, cultura e ambiente in un mix inscindibile. Il cibo è la porta di accesso più̀ immediata di un territorio, è la prima esperienza con la quale il viaggiatore contemporaneo cerca un contatto con la cultura e le tradizioni del luogo. Mangiare italiano è, in tutto il mondo, uno stile da imparare, vivere, raccontare. Anzitutto, perché universalmente riconosciuto come stile di vita “sano”. La qualità̀ del cibo italiano ed il valore indiscusso della Dieta mediterranea, patrimonio Unesco, rappresentano infatti, grandi attrattori per i milioni di persone che desiderano, sognano e comprano un viaggio in Italia. Il cibo italiano è Patrimonio. Nel 2016, l'Italia si è confermata il primo Paese per numero di prodotti agroalimentari e vinicoli di qualità̀ con riconoscimento Dop, Igp e Stg conferiti dall'UE. Iscrizioni nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità̀ e nella Lista del Patrimonio Immateriale Culturale Unesco. Inoltre, 169 Strade del vino e dei sapori e circa cento musei del gusto. Il cibo italiano è un fattore caratterizzante dell’immagine turistica del nostro Paese, capace di far nascere un desiderio forte che si traduce in una motivazione al viaggio e all’esperienza enogastronomica per turisti e visitatori, italiani e stranieri. Secondo World Food Travel Association più̀ di due terzi dei viaggiatori acquista e porta con sé prodotti enogastronomici da consumare e regalare. 




Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei.
(Anthelme Brillat-Savarin)