sabato 1 giugno 2019

Italia: l'unione di cibo e turismo

Il turismo enogastronomico è la ruota che muove i turisti nel nostro paese.



Credit: Rete7.it



Un turista su quattro in Italia, è mosso da interessi enogastronomici. Enit (ente nazionale italiano per il turismo) ritiene che sono due i fattori dell’offerta enogastronomica italiana che danno valore aggiunto al settore: da una parte il legame radicato con i territori e la valorizzazione delle produzioni locali nei piatti, dall’altra la capacità di estendere la stagionalità dei flussi turistici durante tutto l’arco dell'anno. L’Italia è il Paese dell’Unione europea con più riconoscimenti di prodotti alimentari Dop (Denominazione d’origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta). Con 293 riconoscimenti, l’Italia si posiziona prima della Francia (245) e della Spagna (190). Per promuovere l’economia locale si deve partire proprio dal turismo enogastronomico. L’Italia è da sempre sinonimo di buon cibo e cultura alimentare, con una gamma inconfondibile di gusti, sapori e profumi e un’incredibile varietà di piatti e di ricette diverse per comune, provincia e regione che non hanno eguali. La cucina italiana resta la più rinomata al mondo che gli stranieri apprezzano: questo non andrebbe mai dimenticato in un’ottica di sviluppo turistico. Il Parmigiano Reggiano, il prosciutto di Parma o il San Daniele, l’aceto balsamico di Modena, il pesto ligure, la mozzarella di bufala campana, il tartufo di Alba e i salumi locali sono solo alcuni delle migliaia di specialità che fanno del Bel Paese la terra del gusto e solo alcuni dei possibili infiniti itinerari del gusto realizzabili in Italia

Parlare solo di cibo non è del tutto corretto, sarebbe più giusto parlare di cultura gastronomica, perché l’esperienza del cibo passa attraverso la ricerca dei sapori antichi, la riscoperta dei prodotti genuini e dei cibi semplici della tradizione. È in questo senso che l’unione tra turismo e cibo si realizza: essi infatti diventano l’occasione per raccontare una storia, per indagare un territorio specifico, rendendo possibile assaporare lo spirito di un luogo anche del piatto che si mangia. Il cibo diventa una forma di turismo culturale, un turismo tematico e sostenibile, il turismo enogastronomico, che, se ben portato avanti e gestito nell’ottica giusta può diventare una vera risorsa per l’economia del territorio. Quella del turismo enogastronomico continua a essere una voce vincente nell’economia mondiale e a maggior ragione per l’Italia, uno straordinario traino e fonte di promozione per una vacanza made in ItalyIl cibo è parte integrante del patrimonio culturale italiano e dell’immagine del nostro Paese nel mondo. Oltre un miliardo e duecento milioni di viaggiatori internazionali: è questa la cifra astronomica di un mondo in movimento, che cresce oltre ogni crisi. Prima ancora che economico, si tratta di un enorme fenomeno umano e sociale che sta assumendo tendenze nuovissime, come emerge proprio da tutte le più̀ recenti analisi: a muovere i viaggiatori sono sempre di più̀ la ricerca di esperienze coinvolgenti, la curiosità̀ ed il desiderio di conoscenza per la cultura e la tradizione, l’attenzione all’autenticità̀, alla sostenibilità̀ e al benessere.

Questo scenario sta comportando anche nel nostro Paese un rinnovamento profondo dei modelli di offerta turistica, in direzione della sostenibilità̀ e dell’intelligente adattamento alle nuove tendenze della domanda e della qualità̀ dell’accoglienza.
Una strategia che cerca di valorizzare proprio l’offerta turistica in grado di rispondere con più̀ efficacia al mondo del turismo che cambia. Tra questi, il patrimonio enogastronomico del Paese assume un valore centrale. Il cibo italiano è, infatti, un elemento imprescindibile della “esperienza Italia”. Lo è per la sua capacità di rappresentare il Paese e la sua cultura, per la sua riconoscibilità̀ e attrattività̀ internazionale, per la capacità di generare condivisione e racconto. L’Italia, da questo punto di vista, parte certamente da una posizione di vantaggio, proponendosi ai mercati internazionali con un’offerta pressoché́ unica, in grado di legare cibo, cultura e ambiente in un mix inscindibile. Il cibo è la porta di accesso più̀ immediata di un territorio, è la prima esperienza con la quale il viaggiatore contemporaneo cerca un contatto con la cultura e le tradizioni del luogo. Mangiare italiano è, in tutto il mondo, uno stile da imparare, vivere, raccontare. Anzitutto, perché universalmente riconosciuto come stile di vita “sano”. La qualità̀ del cibo italiano ed il valore indiscusso della Dieta mediterranea, patrimonio Unesco, rappresentano infatti, grandi attrattori per i milioni di persone che desiderano, sognano e comprano un viaggio in Italia. Il cibo italiano è Patrimonio. Nel 2016, l'Italia si è confermata il primo Paese per numero di prodotti agroalimentari e vinicoli di qualità̀ con riconoscimento Dop, Igp e Stg conferiti dall'UE. Iscrizioni nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità̀ e nella Lista del Patrimonio Immateriale Culturale Unesco. Inoltre, 169 Strade del vino e dei sapori e circa cento musei del gusto. Il cibo italiano è un fattore caratterizzante dell’immagine turistica del nostro Paese, capace di far nascere un desiderio forte che si traduce in una motivazione al viaggio e all’esperienza enogastronomica per turisti e visitatori, italiani e stranieri. Secondo World Food Travel Association più̀ di due terzi dei viaggiatori acquista e porta con sé prodotti enogastronomici da consumare e regalare. 




Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei.
(Anthelme Brillat-Savarin)








mercoledì 1 maggio 2019

Cina.


Il Qingming Festival 🇨🇳, chiamato anche Festa Pura e Luminosa o giorno della pulizia delle tombe, è una festa tradizionale cinese che cade il 4 o 5 aprile. In questa festa si commemorano i defunti, portando doni, offrendo sacrifici e pulendo le tombe; è anche un momento per festeggiare la nuova stagione, dato che l'evento si festeggia il quindicesimo giorno dopo l'equinozio di primavera. Tra le tante abitudini si usa portare cibo e bevande sulla tomba, ma anche bruciare carta, soldi, incenso e petardi. È consuetudine anche far volare gli aquiloni. 

 



Questa ricorrenza è legata ad un'antica storia....
Il principe ereditario dello stato di Jin, Chong Er, vissuto nel VII secolo a.C., fu cacciato dalla concubina del padre. Visse in esilio e in povertà per quasi vent'anni, e solo pochi gli rimasero fedele. Quando rischiò di morire di fame, uno dei suoi uomini, Jie Zitui, gli salvò la vita tagliandosi un pezzo di coscia e cuocendola per lui. Questo gesto colpì profondamente Chung Er, il quale promise una ricompensa al suo servitore, nonostante egli volesse solo un re puro e luminoso. Sfortunatamente il re si dimenticò della promessa fatta a Jie Zitui e lo mandò a cercare. Nel frattempo il servitore si era trasferito con la madre nel nordest della Cina, nelle foreste del monte Mian. Chung Er non si arrese e ordinò di bruciare tre lati della montagna così da costringere Jie a uscire, ma il piano non andò a buon fine. Infatti trovarono i corpi dell'uomo e di sua madre che giacevano accanto ad un albero con sopra un incisione fatta con il sangue, che ricordava l'aiuto dato a Chung Er e di volere un re puro e luminoso. Il re afflitto dall'accaduto decise che in quel giorno non si poteva accendere il fuoco, denominandolo Hanshi -giorno del cibo freddo-. Fece seppellire i due corpi sotto un salice. L'anno dopo quell'albero divenne così rigoglioso che egli ricordò la parola incisa su di esso "Qingming" -puro e luminoso-. Chung Er stabilì che il giorno successivo Hanshi, si celebrasse il Qingming, giorno puro e luminoso.

                           



Come qualsiasi ricorrenza che si rispetti anche questa ha dei piatti tipici, uno dei quali molto apprezzato dal popolo. Stiamo parlando dei Qingtuan, ovvero palline verdi fatte con farina di riso, farina di riso glutinoso e foglie di artemisia (che donano il tipico colorito verde). Il suo ripieno più tradizionale è con una pasta di fagioli rossi, ma possiamo trovarne alcuni con carne e tuorlo d'uovo.



Anche questa pietanza ha una leggenda alle spalle...
Durante il periodo della rivolta dei Taiping (1851-1864) sotto la Dinastia Qing, un contadino portava di nascosto del cibo ad un generale imprigionato, quando un giorno passò in un cespuglio di artemisia e rimanendo sporco di verde, ebbe una fantastica idea. Creò delle palline verdi con farina di riso e foglie di artemisia. 

   
                                                          Pianta di Artemisia

Vide che queste palline (Qingtuan) si confondevano bene tra i cespugli e così potè tenere in vita il generale. Egli una volta libero impose all'esercito di imparare a cucinarli. Poiché la pianta di artemisia cresce solo in primavera, questo piatto divenne parte della tradizione del Qingming Festival. I Qingtuan sono così famosi durante questa celebrazione che le persone attendono anche quattro ore per poter comprare una confezione da 6 Qingming. I giovani lontano da casa li ordinano grazie alle applicazioni sui loro telefoni, mentre le madri e le nonne le preparano a casa. I Qingtuan sono così richiesti che alcuni ristoranti si trovano a preparare fino a 300,000 palline l'anno.😱     
                    

   

circa $ 7,00



martedì 23 aprile 2019

Croazia.




La Croazia 🇭🇷 non è solo mare. Per gli appassionati di cucina ci sono molteplici percorsi gastronomici offerti dalla splendida costa così vicina all'Italia. La tradizione culinaria cambia a seconda della regione e della tradizione storica. La città di Almissa (in croato Omiš)  faceva parte di quella che un tempo era la Repubblica di Poljica, una località costituita da una serie di villaggi ricchi di storia, ubicata nelle valli del grande Monte Mosor in Dalmazia.
Lontano dal mare, l'ex Repubblica di Poljica oggi è un'oasi di pace; ma nel corso della storia la regione è stata scenario di molte battaglie. Oggi ci rimangono molte cose di essa, tra cui il Soparnik, un piatto tradizionale croato molto gustoso proveniente dal periodo dell'Impero Ottomano.




Dai racconti tramandati di generazione in generazione, si nota che il Soparnik era un prodotto consumato dai poveri. Le aspre condizioni della regione di Poljica, dovute alle scarse coltivazioni praticate e alla povertà degli abitanti, hanno portato le donne di questo luogo a ricorrere alla loro inventiva e alle loro abilità per utilizzare quelle semplici colture disponibili (bietole, cipolle e aglio) insieme all'olio di oliva e alla farina, per creare il Soparnik. Da pietanza dei poveri, questo piatto è diventato oggi un prodotto sempre più richiesto dai consumatori, specialmente nelle grandi festività come la Vigilia di Natale🎄 e in Quaresima.
Si tratta di una torta salata con farina di grano e farcita con bietole, nata più di 💯 anni fa nella zona della Repubblica di Poljica, oggi Almissa, e solitamente veniva preparata nel periodo invernale quando le bietole erano più dolci.
Oggi viene usata come prodotto tipico e venduta in modo sempre più massiccio nei mercati, nelle panetterie e anche nei ristoranti della zona, ma non solo! Infatti è uno dei piatti tipici anche di fiere, sagre e festival.
La sua preparazione richiede due tavole di legno rotonde chiamate Sinija.


La ricetta di questa pietanza prevede un impasto preparato con farina di grano macinato finemente, acqua, sale e un ripieno fatto con 3 chili di bietole, una cipolla rossa da condire con olio d'oliva, sale e aglio. L'impasto viene steso in un disco fine e riempito con le bietole e la cipolla, infine chiuso con un secondo disco di pasta finissimo e cotto per 10 minuti, cosparso di cenere, nel "Komin", tradizionale forno all'aperto.




Una volta pronto il Soparnik viene cosparso di olio e aglio e tagliato a fette. 
Il Soparnik ha ottenuto la denominazione di origine protetta dall'Unione Europea!




lunedì 1 aprile 2019

Albania.


Nel 1809 il poeta inglese🇬🇧 George Gordon Byron, all'età di 21 anni intraprese il Grand Tour, un viaggio di formazione culturale nei paesi del Mediterraneo che molti giovani intellettuali europei del suo tempo facevano. Partendo dall'Inghilterra, viaggiò tra Portogallo🇵🇹, Spagna🇪🇸 e Malta🇲🇹, sbarcando alla fine di settembre a Prevesa, una piccola città dell'Albania🇦🇱. Lì Byron insieme al suo compagno di viaggio Sir John Cam Hobhouse, si recarono a Janina presso la corte del potente Visir Alì di Tepelena. Nelle sue lettere Byron racconta che venne accolto dal sovrano come un figlio. Visitarono tutta la regione, assaggiando uno dei piatti tipici di oggi, il Byrek 🥧. Preparato dalle anziane del paese, questa pietanza stupì il giovane, tanto da scriversi gli ingredienti. Tornato in Inghilterra, George Byron chiese alla madre di replicare quella ricetta che lo aveva tanto colpito, ma non rimase soddisfatto 😞, dicendo: "è buono ma non è come quello mangiato in Albania". 



L'Albania è una nazione relativamente piccola, la sua estensione è poco maggiore della Lombardia, quindi non ci sono grandissime differenze culinarie tra una parte e l'altra del paese. Tuttavia esistono alcune specialità che si possono trovare solo ed esclusivamente in alcune zone. 

〰 Coriza.

A Coriza o in albanese Korça, troviamo una specialità locale di Byrek chiamato Lakror ne sac, tipico in tutti i Balcani. "Sac" indica il procedimento con cui la pietanza veniva messa in una teglia di alluminio coperta da un ampio coperchio a campana, il tutto cotto nel forno tradizionale di quel tempo, ovvero sul fuoco acceso in un angolo del giardino🔥.
La cucina albanese è tipica delle zone collinari e di montagna usando ingredienti genuini e freschi, coltivati biologicamente negli orti delle case.
Il Byrek è una sorta di torta "mille foglie" salata e si colloca tra le pietanze tradizionali più mangiate in Albania a qualsiasi ora del giorno🕐.


L'ingrediente principale del Byrek è la Yufka, un foglio di pasta sfoglia sottilissimo. Prima di infornarlo la Yufka viene cosparsa con il tuorlo d'uovo🥚 sbattuto. Altri ingredienti sono la feta greca o la ricotta, ma l'impasto può variare e si possono aggiungere sia la carne🥩 che le verdure🥬. Molti paesi rivendicano la paternità del Byrek, ma è difficile contestare la sua origine turca, infatti era già molto popolare nella cucina ottomana.
Byrek o Börek deriva dal prefisso Bor- ovvero "arrotolare". La particolarità dei Byrek albanesi è la loro forma triangolare ma si può trovare anche in altre varianti come ad esempio: 
- Cibörek a mezza luna; 
- Kalem böregi a forma di sigaro; 
- Tatar böregi simile ad un raviolo; 
- Oppure con una forma rotonda divisibile in più parti.





Per stendere la sfoglia senza romperla, le donne albanesi usano un matterello molto sottile simile a un manico di scopa🧹e amido di mais. Bisogna arrivare a uno spessore di un paio di millimetri, poiché la stratificazione media prevede circa una decina di sfoglie sovrapposte.



Oggi il Byrek, uno dei piatti nazionali, rientra a pieno titolo tra gli "street food" albanesi più deliziosi.😍



mercoledì 13 marzo 2019

Maslenitsa - масленица


Ci troviamo sempre in Russia, ma questa volta per festeggiare una ricorrenza amata da grandi e piccoli in tutto il mondo: il Carnevale 🎭, che in russo viene chiamato "Maslenitsa" (масленица). La Maslenitsa o "Settimana Grassa" consiste in sette giorni di festeggiamenti, ad esempio quest'anno va dal 4 al 10 marzo, dove ogni giorno ha una sua particolarità. Inoltre, come ogni tradizione che si rispetti, anche questa è accompagnata da diversi dolci tipici come le "Bliny" (блины) che sono crêpes e si mangiano insieme ad altri cibi dolci o salati. La Maslenitsa non è un semplice carnevale per i russi, bensì simboleggia l'inverno ⛄ che se ne va e l'arrivo della primavera 🌷ma anche l'avvicinarsi della Quaresima. Nasce come festa pagana tra gli abitanti delle fattorie dove si venerava il Sole come un Dio. In suo onore si preparavano dei panini caldi che per la loro forma rotonda ricordavano lo stesso Sole 🌞, ma poi sono stati sostituiti dalle Bliny. In seguito, con l'arrivo del cristianesimo in Russia, la Maslenitsa nel XVIII secolo divenne una festa cristiana che, oltre a festeggiare l'equinozio di primavera, preparava all'attesa del digiuno di Quaresima ed era un momento per fare la pace con il prossimo 💖. Il nome Maslenitsa deriva da "maslo" (масло) cioè burro, proprio perchè in questa settimana se ne consumava molto insieme alla panna acida e formaggi. Le Bliny sono il piatto forte di questo Carnevale e vengono mangiate oltre che con gli ingredienti su citati anche con il miele 🍯, marmellata, ma anche con salmone, caviale, aringhe 🐟ecc. Come vuole la tradizione, la prima crêpe preparata doveva essere donata a un povero e usata per la commemorazione dei defunti.

                               

Un esempio di Maslenitsa:
  • Lunedì - La Giornata dell'Incontro: In questa giornata vengono costruite montagne di ghiaccio e altalene, i tavoli vengono imbanditi di dolci e al mattino i bambini realizzano lo spaventapasseri di paglia, lo addobbano e poi tutti insieme lo portano in giro per le strade della città.
  • Martedì - Le ragazze fanno delle avance ai ragazzi: La mattina, i giovani si incontrano per scivolare dalle montagne di ghiaccio e per mangiare le bliny. I ragazzi si mettono alla ricerca di una sposa e le ragazze di uno sposo. Per tradizione i matrimoni venivano celebrati dopo la Pasqua.
  • Mercoledì - La Giornata del Ghiottone: La suocera prepara i bliny affidandosi alle proprie mani ricche di esperienza e invita il genero a casa sua per dimostrargli tutto il suo affetto.
  • Giovedì - Baldoria Sfrenata: In questo giorno inizia la Grande Maslenitsa. La gente si concede ogni sorta di divertimento, equitazione, scazzottate, giri in slitta, canti e balli di ogni tipo, che si concludono con feste tumultuose. L'attività principale del giovedì è l'assalto e l'ulteriore conquista della fortezza di neve.
  • Venerdì - Serata delle Suocere: Il genero invita la suocera a casa propria accompagnata da amici e parenti per ricambiare la giornata del mercoledì precedente. La suocera regala alla giovane famiglia tutto l'occorrente per preparare le bliny, confidandogli qualche piccolo segreto culinario.
  • Sabato - Veglia delle Cognate: Le famiglie in visita dai parenti, mangiano insieme agli sposini, a cui è concesso baciarsi in pubblico. Inoltre, alcune tradizioni della Maslenitsa hanno lo scopo di aiutare i giovani non sposati a trovare la loro metà e creare una famiglia.
  • Domenica - La Giornata del Perdono: Gli amici e i parenti si chiedono scusa per i torti e le offese commesse durante l'anno. Dopodiché hanno inizio canti e balli che preannunciano la fine dei festeggiamenti della Maslenitsa. Viene acceso un falò al centro del quale viene posizionato lo spaventapasseri di paglia, che personifica l'inverno che sta ormai per finire. La gente si congeda dal fantoccio, che viene bruciato, con scherzi, canti e balli, incolpando l'inverno del gelo e delle penurie invernali, ma ringraziandolo per le gioie e i divertimenti. Mentre l'inverno brucia, i giovani iniziano a saltare sul falò come ultimo divertimento della giornata. Con questa prova di destrezza terminano le celebrazioni della Maslenitsa.




Mangiando s'impara!🍴
Ecco come durante la lezione di russo ci immergiamo nella loro cultura, mangiando le Bliny preparate da me! ✅





Volete sapere come sono state preparate? 🙋
Ecco qui di seguito la ricetta:


Ingredienti:🍶

1kg di farina
25g di lievito in polvere per pane
1,5 l di latte
100g di burro
sale q.b.

Preparazione:🍳

  • Dividete la farina in due metà. 
  • Riscaldate mezzo litro di latte finché non sarà tiepido. 
  • In una grande ciotola sciogliete il lievito nel mezzo litro di latte tiepido. 
  • Quando non ci saranno più grumi, incorporate 500g di farina, mescolate bene e lasciate lievitare al riparo da correnti d'aria per un'ora e un quarto. Separate i tuorli dagli albumi e tenete da parte quest'ultimi. 
  • Incorporate i tuorli al composto, mescolate bene e lasciare lievitare di nuovo per un'ora e un quarto. 
  • Fondete il burro e incorporatelo al composto. Aggiungete l'altra metà della farina, e lasciate lievitare una terza volta per un'ora e un quarto. 
  • Riscaldate il restante litro di latte finché non sarà tiepido. Aggiungete al composto, mescolare e far lievitare una quarta volta per un'ora e un quarto. 
  • Sbattete gli albumi a neve ben ferma e incorporateli delicatamente al composto. 
  • Con un piccolo mestolo versate una piccola quantità di prodotto su una padella a fiamma bassa. Una volta cotto su entrambi i lati, (il Bliny non deve superare 1.5 cm di altezza), teneteli al caldo in forno con lo sportello aperto.





domenica 10 marzo 2019

Capo Verde.


Ci spostiamo in un altro continente, quello africano🌍, per la precisione nell'arcipelago di Capo Verde🔆. È formato da 10 isole vulcaniche situate nell'Oceano Atlantico ⚓ ed è il punto più occidentale dell'Africa continentale. Anche qui abbiamo dei piatti tipici dei quali gli abitanti sono molto fieri. Stiamo parlando della "Cachupa", un piatto fatto con le verdure del luogo: mais, patate dolci 🍠, fagioli e manioca. La Cachupa è conosciuta anche come "il piatto dei poveri" perché in passato era la pietanza più comune tra i contadini. Oggi abbiamo anche un'altra versione ovvero la "Cachupa Rica" con l'aggiunta di carne di manzo, maiale e pollo🍗. Quando non viene consumata completamente durante il pranzo o la cena, gli avanzi vengono mangiati il giorno dopo a colazione, fritti insieme a uova e bacon.

                                     


Questa pietanza è un vero e proprio simbolo nazionale. Essa è talmente importante che ha permesso agli abitanti di Capo Verde di entrare nel 2015 nel Guinness World Record, preparando la più grande quantità di Cachupa nel mondo 🌍. Questo ha permesso di promuovere non solo il turismo ⛱ capoverdiano, ma soprattutto di valorizzare la gastronomia locale perchè la Cachupa è il miglior piatto che li rappresenta.🔝





Ma non ci fermiamo qui... 😏



C'è anche un dolce 🍮 molto semplice e con pochissimi ingredienti, ma con un metodo di cottura diverso da quelli tradizionali (come il forno); viene infatti utilizzato un recipiente un po' insolito chiamato "Binde". Stiamo parlando del "Cuscuz" (da non confondere con il cous cous), un piatto tipico della cucina nazionale dove l'ingrediente principale è la farina di mais 🌽 o di riso🍚. Gli altri ingredienti utilizzati sono latte, zucchero e acqua, ma talvolta possiamo trovare anche la cannella, a seconda dei gusti. Vengono mescolati insieme ottenendo un composto granuloso; si mette nel Binde, un piccolo recipiente di terracotta simile ad un vaso, e poi sul fornello. Pochi minuti e il dolce sarà pronto per l'assaggio. ✅ 
Proprio perché ha pochi ingredienti è una pietanza semplice da preparare e la possiamo trovare su tutte le tavole delle famiglie capoverdiane, soprattutto a colazione, spalmandoci sopra del burro o semplicemente accompagnata da latte e caffè ☕.







domenica 3 marzo 2019

Mosca.



Voglio portarvi in Russia, esattamente a Mosca, dove uno dei piatti tanto discussi ha avuto origine. Stiamo parlando dell'insalata russa 🍲che tutti conosciamo e almeno una volta abbiamo mangiato. Non tutti sanno che il suo nome in russo è "салат оливье" ovvero Insalata Olivier. Questa è una pietanza russa che ho avuto il piacere di assaggiare durante un mio viaggio a San Pietroburgo e questa è la sua storia:
Le origini dell'Insalata Olivier risalgono al 19° secolo, quando uno Chef francese Lucien Olivier, con lo scopo di guadagnare, si trasferì a Mosca e aprì il Ristorante Hermitage insieme ad un ricco mercante Jacob Pegov.


Con l'obiettivo di adattare i suoi piatti alla cucina russa e ai palati dei nobili, creò questa pietanza unendo gallo, lingua di vitello bollita, caviale nero, capperi, uova, gamberi e lattuga, il tutto unito con salsa maionese. Con il tempo la ricetta ha subito delle modifiche dovute ai cambiamenti avvenuti nella storia della Russia. Venne semplificata dagli chef che si susseguirono negli anni e fino ad oggi è rimasta invariata.



Il piatto, soprattuto nella sua città d'origine, ha questi ingredienti: patate, carote, piselli, uova, pollo, cetrioli, cipolle e salsa maionese. Nel corso del tempo il ristorante chiuse, ospitando diverse istituzioni fino a diventare un teatro, oggi in ristrutturazione. Ma non tutto è andato perduto, nel Museo di Mosca è ancora possibile vedere due menù del ristorante del 1913.


La cucina russa è di gran lunga distante dalla nostra se non addirittura l'opposto e vi potrà sembrare anche insolita, ma vi garantisco che se mangiaste in locali del posto, scoprirete qual è il vero sapore del piatto.

giovedì 28 febbraio 2019

Benvenuti !

Benvenuti nel mio Blog! 😁
Mi presento, sono Eleonora, frequento il terzo anno alla Scuola Universitaria per Mediatori Linguistici - Gregorio VII e grazie alle vostre preziose 🙏 visualizzazioni acquisirò crediti FONDAMENTALI per laurearmi.🎓
Cosa avrete in cambio? Delle curiose e appetitose storie riguardanti gran parte delle cucine🍝 di tutto il mondo 🌎. Vi starete domandando cosa c'entra lo studio delle lingue con dei piatti tipici... beh ve lo spiego in pochissime righe.
Lo studio di una lingua straniera non è soltanto l'apprendimento della grammatica, dei vocaboli o imparare a parlare bene, bensì è imparare a conoscere la cultura e le tradizioni di un popolo.
Ed è qui che entra in gioco la cucina: un piatto, che sia tipico o locale, è in grado di raccontarci la storia di un popolo grazie agli ingredienti usati e in quale epoca questo piatto risale. Ormai avrete capito che la cucina è una delle mie passioni se non la più grande, per questo motivo cercherò di replicare alcune delle pietanze che vi "racconterò" con annessa la ricetta che potrete rifare a casa.
Restate collegati per nuovi gustosi aggiornamenti! 😘

P.S. Tutte le storie, curiosità e ricette sono state verificate e suggerite da persone originarie dei luoghi descritti. ✅